Shantala
Shantala

SHANTALA:

occhi come laghi di dolcezza e di innocenza

 

SHANTALA  è il titolo di un bellissimo libro di Frédérick Leboyer, e anche il nome di una splendida donna indiana.

 

[ Frédérick Leboyer è un medico francese, famosissimo per il suo libro "Per una nascita senza violenza" ]

 

Leboyer conobbe Shantala e successivamente la vide, un giorno, lungo una strada di Pilkhana, alla periferia di Calcutta, mentre, seduta per terra, massaggiava il suo piccolo bambino.

Io credo che gli occhi e il sorriso di Shantala vadano considerati alla stregua di un "patrimonio dell'umanità".

Sono l'equivalente dei sassolini che Pollicino sparse a terra, per poter ritrovare la strada di casa.

Anche a noi servono quei "sassolini", noi che abbiamo tristemente smarrito la strada della nostra casa interiore.

Per me Shantala è l'immagine di un volto dell'uomo che si è eclissato dentro e intorno a noi, e che pure una struggente nostalgia ci porta a riconoscere come necessariamente nostro.

Se l'assurdo volto del nazismo (ma è stato così per innumerevoli situazioni della nostra storia) ci ha devastato profondamente, con la sua cruda rappresentazione, il cui orrore ha assunto proporzioni da immane tragedia, e ha sparso sofferenze indicibili, il volto di Shantala è un nuovo e antico sole nascente, un balsamo per ogni ferita, la sua rappresentazione vivente, che abbiamo la fortuna di poter apprezzare.

Occhi accoglienti, che non saprebbero fare del male.

Quanta gratitudine dobbiamo allo sguardo “magico” di Shantala ? ...

 

Luciano Galassi