PENSIERI PER LA PACE 

 

LA CONQUISTA E LA SOPRAFFAZIONE, COME MODELLO

 

 Ti ricordi quando sembrava giusto assaltare villaggi e città ?

E la chiamavano gloria oppure civiltà, quella grinta da assassini.

Me li immagino quei "fieri" eserciti che marciavano nelle vallate, con il loro carico di intenzioni di morte, di crudeltà e di conquista.

Ebbri di ambizione, razziatori delle vite e dei beni altrui.

E alla fine del massacro, sopra il sangue e i cadaveri, allargavano il loro "maestoso" impero.

E noi, a scuola, costretti ad imparare la "gloria" e la "civiltà" di Roma, di Alessandro, di Napoleone.

" Fu vera gloria ? "   

 

 

Mi ha sempre colpito la mano destra alzata, nelle statue autocelebrative dei "conquistatori" romani: avete notato che è un gesto senz'anima, un gesto che non significa niente ?     Non è un saluto e neppure un segno di Pace; del resto, come avrebbero potuto ?

Forse c'è un segno di "onestà"  in quel gesto.

 

Sapevano bene che la "Pax romana" era il risultato di violenza e sottomissione, e che sussisteva sul terrore dell'esercito e delle armi.

Allora il personaggio raffigurato sul cavallo era, in realtà, un dominatore che celebrava se stesso e il suo potere.  E la mano destra, quella che brandisce la spada, resta lì, alzata, in un gesto vuoto ed enigmatico, finto.

Forse avevano consapevolezza che abbozzare un autentico gesto di pace o di saluto, sarebbe stata "una presa in giro"....

                                                                          L.G.

 

" M'immersi in una lunga meditazione. Per la prima volta nella mia vita, così mi sembrava, qualcuno mi aveva tratteggiato l'immagine del vero uomo bianco. Era come se fino a quel momento non avessi visto altro che stampe colorate, abbellite dal sentimento. Quell'indiano aveva centrato il nostro punto debole, svelando una verità alla quale siamo ciechi. Sentii sorgere dentro di me, come una informe nebulosa, qualcosa di sconosciuto ma pure di profondamente intrinseco. E da questa nebulosa, immagine dopo immagine, si districarono dapprima le legioni dei Romani che piombavano sulle città dei Galli, e i tratti decisi di Cesare, di Scipione l'Africano, di Pompeo; poi vidi l'aquila romana sul mare del Nord e sulle rive del Nilo Bianco; e poi Sant'Agostino che portava ai Britanni il credo cristiano sulla punta delle lance romane, e la più gloriosa conversione dei pagani ottenuta colla forza da Carlo Magno; infine le schiere predatrici e omicide dei Crociati. Con una fitta segreta mi resi conto della vuotezza del tradizionale romanticismo intorno alle Crociate! Poi seguirono Colombo, Cortés, e gli altri conquistadores che con il fuoco, la spada, la tortura e il cristianesimo atterrirono persino questi remoti Pueblos, che sognavano pacificamente, al sole, loro padre. Vidi le isole dei mari del Sud, con la loro popolazione decimata dall'acquavite, dalla sifilide, dalla scarlattina; contagio mutuato dai panni che erano stati costretti a indossare. 

Era abbastanza. Ciò che noi dal nostro punto di vista chiamiamo colonizzazione, missioni per la conversione dei pagani, diffusione della civiltà e via dicendo, ha anche un'altra faccia, la faccia di un uccello da preda, crudelmente intento a spiare una preda lontana, una faccia degna di una razza di pirati e di predoni". 

                                                    Carl Gustav Jung 

 ( Tratto da "Ricordi, sogni, riflessioni"  -  Ed. Rizzoli )

 

   

L’UOMO NUOVO

 

Sulle ceneri vive di antichi mondi

nasce ora un uomo senza confronti.

Polvere aspra dentro la gola

uomini appesi su croci spietate

arsi vivi su pire di legno

costretti all'abiura

per il trionfo di un regno.

Carne da affari su  navi negriere

odore di carne bruciata nei forni

luce accecante di un fungo mortale

pelle marcita in un istante d'agosto.

 

E il tempo è venuto di un amaro silenzio.

 

Siamo il sangue versato

siamo l'inno alla gioia

siamo i campi fioriti

e la tragica bomba.

 

Uomo che oramai conosci i tuoi volti

il dolore e la speranza

la gioia e l'atrocità

ora è il tempo della scelta:

 tra mille e ancora mille Auschwitz e Hiroshima

o prati di sorridente innocenza.

 

La storia ci consegna

la consapevolezza planetaria dell'uomo nuovo.

Verso un'aurora di accogliente civiltà

oppure l'abisso di una cruda e sterile barbarie.

 

Luciano Galassi