L'Arte di

 

FRANCO

CAMPANARI

 


 

Franco Campanari nasce a Loreto nel 1942. La sua formazione artistica inizia da bambino con la pratica presso lo scultore loretano Tarcisio Catalini. Alterna il lavoro di scultore allo studio e dopo il servizio militare realizza la sua prima esposizione. Oltre che in diversi e apprezzati lavori in ceramica, si sperimenta in altri settori artistico-artigianali: vetrate, mosaici, medaglie. Tra le prime importanti opere ricordiamo le vetrate della Chiesa di Cristo Re a Civitanova Marche e la fontana della stazione ferroviaria di Loreto, che costituisce una tappa decisiva verso nuove fortunate ricerche espressive. Negli anni settanta insegna ceramica presso il Centro Psicomotorio S. Camillo di Loreto, esperienza che lo segna umanamente, e si diploma all’Accademia di belle Arti di Macerata. Per la scultura viene premiato a Spoleto, Milano, Roma, Macerata, Sassoferrato. A lui, tra gli altri si sono interessati Carlo Giulio Argan, Remo Brindisi e Armando Ginesi. Gli vengono commissionati lavori anche dall’estero: New York, Brasile, Africa, Venezuela. Numerose sono le opere monumentali di tema religioso. Nel 1986 Foggia inaugura “Il Memoriale di Padre Pio”, la sua opera in bronzo di maggior grandezza alla presenza del Ministro degli interni Oscar Luigi Scalfaro.


 

Continuando nel tema del sacro, dobbiamo ricordare la mostra a Castelfidardo del 1993, dal titolo "Invocazione/messaggio di pace per l’Est" con 5 quadri che rappresentano i Crocefissi di alcuni paesi che si affacciano nel mare adriatico: Castelfidardo, Loreto, Numana, San Severo, San Giovanni Rotondo. In quello stesso anno lo scultore esegue il sublimet (fonte Loredana Papi) Christus Triumphas, crocifisso in bronzo. Poi ricordiamo opere più recenti come l’inaugurazione del monumento alla coronara per la città di Loreto, il crocifisso in bronzo per Numana e la statua di Santa Chiara con in braccio il crocifisso di Assisi a Campobasso. Ritornando ad uno stile profano l’artista Franco Campanari ha esposto nel 2005 a Sirolo una serie di sculture su "La Principessa del Conero" ossia la Regina Picena con la prefazione del Prof. Armando Ginesi. Nel 2009 il Sindaco Mirco Soprani e la città di Castelfidardo premieranno con la benemerenza del Sigillo di Castelfidardo lo scultore Franco Campanari per i suoi meriti artistici e per la continua ricerca verso nuove forme espressive che lo hanno fatto conoscere ed apprezzare in campo nazionale ed internazionale.

"La Principessa del Conero"
"La Principessa del Conero"

FRANCO CAMPANARI

Monumento alla fisarmonica e al lavoro

[ di Loredana Papi ] 

Monumento alla Fisarmonica - bozzetto
Monumento alla Fisarmonica - bozzetto

Maestosa, certo, imponente, impegnativa: duemila chili di bronzea compattezza per sette metri di aerea levità e un quinquennio di fatica e sudore. Avveniristica soprattutto: qualcosa di assolutamente inedito, fantasioso, affascinante, la cui forma misteriosa potremmo all'infinito sbizzarrirci a decifrare. Tratta di una magnifica scoperta - la fisarmonica appunto - che cambiò per sempre la storia di un paese. E il destino di una gente semplice e geniale. Qui ritratta con disarmante e quasi naif naturalezza, solo in apparente contrasto con la composizione, studiatissima, del racconto. Ma non è soltanto questo.

La scultura di Campanari sembra essere concepita come una vera e propria macchina del tempo che ci catapulta nel passato, tra i pionieri del popolare strumento. Potremmo aprire una porta e trovarcelo davanti, "nonno" Paolo Soprani.

Potremmo chiedergli di narrarci ancora un'avventura straordinaria fatta di sogni e scatole magiche. Potremmo. Ma ci travolge un fantasmagorico profluvio di mantici, somiere, ance libere e bottoni: per le prime diatoniche che il mondo ci invidierà. E poi botteghe, laboratori, artigiani indaffaratissimi, strani arnesi da lavoro la cui funzione stenteremmo a comprendere, noi figli di altre ere, non fossimo soccorsi dalla finezza descrittiva, limpidissima, dell'autore...

Un salto avanti e siamo in compagnia di Fellini nella Rimini anni '30 dell'onirico Amarcord. Che dovette alla leggendaria fisarmonica di Beltrami - eccezionalmente prestata al grande "Momo" Pertica nel ruolo del suonatore cieco - gran parte di un comunque meritatissimo successo...

Chiudiamo gli occhi e veniamo proiettati nel mezzo del più incredibile concerto ci sia mai dato di assistere: c'è il nostalgico Piazzolla, finalmente ricongiunto all'amico Richard (Galliano). Ci sono il mitico Gorni Kramer e l'oscar Peppino Principe, il nostro Marcosignori e il lontano Kasakov. Son tutti - e c'è anche qualcun altro - li a suonare insieme, e non importa che ciò sia oggettivamente, cronologicamente impossibile, poiché è nullo qualsiasi riferimento spazio-temporale che non sia quello mentale, interiore, dell'artista.

Forse come non mai così in stato di grazia. Un'invenzione strabiliante, superba, originalissima. Uno splendido piano sequenza: dove non i fisarmonicisti, ma la fisarmonica stessa è protagonista. Ripetuta quasi incessantemente, ma con ritmo grafico leggero con raffinata e decorativa eleganza, come naturale scenografico fondale a questa insolita performance. Magistrale mise en scène. Non ce ne voglia Fellini.

E poi c'è Hermes, la stanza del mito, ma questa è un'altra storia. Vola davvero - mentre porge a Zeus il simbolico dono - l'Hermes di Franco Campanari. Sollevato da guizzi nervosi che lo innalzano al cielo lasciandoci, quaggiù, presto orfani della sua presenza che pure avrebbe dovuto esserci compagna (Cfr. Odissea, X, 302). Invano tentiamo di capire.

D'altronde i miti, e forse l'arte stessa, si nutrono di incolmabili dissonanze. Gli artisti, quelli veri, viaggiano su altre sfere, e solo fino a un certo punto ci è dato di seguirli.

Apprezziamo l'agile tratteggio delle sottili masse muscolari, il fluire sciolto dei capelli sul collo retroflesso, la simpatica idea degli stivaletti alati, e qualche colto riferimento che va dal Gianbologna a Rodin. Ma, credo, mai riusciremo a cogliere tutto il fremito che attraversa la materia. O sondare il mistero di quel bellissimo corpo giovanile in cui ogni cosa - ossa, muscoli, nervi, pelle - diventa tensione, impeto irrefrenabile, slancio appassionato. Ci lascia così, Franco Campanari, e non potrebbe essere diversamente: sedotti e abbandonati a contemplare un sogno. Troppo ardito per noi.

 

Loredana Papi


Franca Campanari introduce la mostra dedicata al marito Franco, inaugurata sabato 27 ottobre 2012 presso il Museo-Antico Tesoro di Loreto [ fonte Pro Loco LORETO ]

Padre Pio e le stimmate - particolare
Padre Pio e le stimmate - particolare

 

Tutto è compiuto

e le gocce di sangue

sono diventate farfalle

portate dal vento,

oltre l’umana e stupida cecità.

 

Fino a quando avremo l’ardire

di violare la sacralità della vita,

di ignorarne l’insondabile mistero ?

 

Luciano Galassi

(27 ottobre 2012)

Scultura "Memoriale di P. Pio" -  Foggia [ 1986 ]

 

 

Scultura omaggio

a Padre Michele  (Mike) Peirano

 

( sotto )


Le vetrate della Chiesa di Cristo Re a Civitanova Marche

 

Franco ci ha lasciati il 23 gennaio 2019