E SIAMO QUI IN ATTESA...
E siamo in attesa che si schiarisca questa cappa di piombo, questo veleno letale che ci intossica.
Siamo in attesa di capire chi siamo, di trovare un senso a questa vita che ci è stata donata, alla magia che non vediamo più, che non onoriamo, non proteggiamo.
Siamo in attesa di imparare di nuovo a stare insieme, ad aiutarci, ad avere cura e rispetto del mondo.
Siamo in attesa che passi la notte della disperazione, che si plachino i famelici mostri del denaro e degli affari, che ci sia spazio per la gioia e per i bambini (cosa gli stiamo insegnando nelle nostre asettiche scuole ?).
Siamo in attesa di capire cosa voglia dire essere uomini, ed essere insieme a condividere il sole, l'aria, l'acqua, la terra, accogliendo le necessità di ciascuno, senza più procurare crudeli sofferenze e rubando il pane e la dignità agli altri.
Siamo in attesa di accettare la "diversità", a cui la vita ha voluto dare forma.
Siamo in attesa di comprendere, finalmente, che ci si salva tutti insieme e che ci è chiesto un salto portentoso di civiltà.
Siamo in attesa di apprendere di nuovo a sorridere e a sorriderci, a far maturare la gioia negli occhi, le carezze nelle mani, la tenerezza nel cuore, la speranza nell'anima.
Per noi e per tutti.
Nessuno può credere che sia possibile eludere un simile impegno, che non lo riguardi personalmente.
Chissà se sapremo svegliarci e sentire un vento nuovo, un'onda capace di restituire presente e futuro, come un ruscello che diventa un torrente, che diventa fiume, che diventa oceano.
In attesa che si secchino certi pensieri: "Basta che sto bene io !", "Tanto fanno tutti così !", "Io non posso farci niente !", "Visto che è così, tanto vale...".
La politica, stiamo facendo finta che ci serva, mentre quella sta facendo finta di avere soluzioni, mentre ha a cuore solo se stessa, mentre facciamo finta che vada tutto bene, mentre la notte è globale, mentre deleghiamo la soluzione agli "esperti", mentre...
Abbiamo il respiro in rianimazione e le strade grondano tristezza, mentre la rete è satura di tutto, come lo sono, di plastica, gli oceani.
E ancora sbocciano i fiori, ancora giungono neonati, a rigenerare l'ossigeno, anch'esso stanco, così come l'acqua.
Tribola anche il respiro della Terra.
Finiamola con i graffi rapaci e gli sfregi, è tempo di carezze !
Faremo in tempo a capire che non abbiamo alternative ? !
Ho bisogno, teneramente, di respirare e di volare, di un respiro libero, sereno, fecondo, di un respiro che mi porti altrove, come un pertugio, un passaggio “sacro” e nascosto dentro l’anima.
Siamo super-tecnologici e sub-umani. Quello che abbiamo guadagnato in tecnologia l'abbiamo perso in umanità.
Luciano Galassi
(febbraio 2014)