La Dea dell’ACCOGLIENZA
A volte ci capitano cose che possono apparirci “piccole” o poco importanti, ma questo sistema classificatorio può farci perdere un importante appuntamento con noi stessi.
“E’ venuta a trovarla la Dea dell’Accoglienza”, direbbe, forse, Raffaele Morelli.
Già, l’Accoglienza, come una Dea, da sedersi accanto …
La prima immagine che mi viene, è quella di un cielo buio, in cui appare una nuova stella, assai luminosa e magica.
L’Accoglienza è qualcosa di caldo, che produce calore.
Penso anche all’ovulo fecondato, che si annida nell’utero.
Anche lì, nell’accoglienza dell’utero, immagino possa esserci un grande calore. Un piccolo punto di contatto, di abbraccio, pieno di vita e calore.
Calore concentrato, puntiforme, che può anche prendere forma nel nostro corpo, magari anche con dolore. Forse un tizzone ardente, assetato di un urgente dialogo.
L’Accoglienza come inizio di una storia, di un percorso, di una vita, come aurora, come possibilità.
E’ un bambino, che ci viene incontro sorridente, a braccia aperte .
L’Accoglienza rincuora, rende vivi, stimola energie, apre nuovi orizzonti.
L’Accoglienza sembra attirarci in un vortice, risucchiarci.
Ci trascina, ci fa perdere la testa, ci rende “spericolati”, capaci di osare.
Ci conforta, ci consola, ci riconcilia con la nostra vita, riattizza le nostre energie.
L’Accoglienza è la Vita che ci prende per mano e ci attira a sé, ci riconosce come figli, come frammenti di sé. Non giudica e non condanna.
L’Accoglienza fa mettere radici e fa fiorire la vita.
E’ respiro, è una luce calda che si accende dentro al petto, che fa sorgere e sviluppare riserve di energie e creatività.
E’ la strada della leggerezza, che ci trasforma in piccoli giullari della vita.
E’ l’esatto contrario dell’indifferenza, della freddezza, del rifiuto.
Sono mani calde attorno al seme che germoglia.
Dona brillantezza e vivacità alla “tavolozza” interiore, che può così “prendere il volo”.
L’Accoglienza è un cuscino su cui appoggiare il viso.
E’, infine, il sorriso della gratitudine per questa sorgente feconda, generosa e traboccante, che ha, nella sua essenza, l’offrirsi senza alcuna riserva.
L’universo intero sembra esserne plasmato.
Essere aperti all’Accoglienza significa accettare di essere trasformati dal fluire della sua “grazia”.
Dimorare nella Accoglienza è una possibilità sempre aperta.
L’Accoglienza è anche un frammento che ha trovato dimora nella nostra anima.
Luciano Galassi
(14.12.12)