QUANDO LA BRUTTURA DIVENTA UN’ “ARTE”
Floriano Ippoliti a Loreto: “la Visitazione”
Dopo la "scultura" di porta Marina, intitolata "Pellegrini", due scatoloni di ferro arrugginito, talmente improponibile che nessuno ha mai avuto sinora il coraggio di applicarvi una tabella con il titolo e il nome dell'autore, ecco una nuova “sorpresa”: la scultura “la Visitazione”, di Floriano Ippoliti.
La prima impressione che ne ebbi, il giorno della installazione, fu quella di un gruppo di maschere del carnevale di Venezia.
"La visitazione" è qualcosa che trova riferimento nel racconto dei Vangeli, in quello di Luca, dove si narra che Maria, già incinta, si reca, per sollecitazione di un angelo, a trovare la cugina Elisabetta, più anziana di lei e incinta, tardivamente, di sei mesi.
Maria compie il viaggio e, arrivata a casa di Elisabetta, porge il suo saluto. Al suono della sua voce il bambino che Elisabetta custodiva in grembo (san Giovanni Battista) ha un sussulto. Elisabetta comprende che qualcosa di misterioso e di grande è avvenuto. Elisabetta la benedice, dicendole: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! "
Al che Maria dice: «L'anima mia magnifica il Signore....", modulando il “Magnificat”.
Dunque un incontro speciale, pieno di affetto, di ispirazione, e rappresentato tradizionalmente con un caldo abbraccio.
Molte domande sorgono spontanee di fronte ad un gruppo scultoreo, quello di Ippoliti, in cui, oltre alla presenza di una terza donna, individuata in Sant'Anna, ed inesistente nel passaggio evangelico, emergono una “distanza” e una freddezza glaciali, una rigidità ed indecifrabilità delle posture, quasi da manichino, volti che non esprimono nulla, sguardi che non si incontrano. Una considerazione a parte merita poi quell'incomprensibile abbigliamento e l’improponibile “copricapo” di Sant’Anna....
Un aspetto che interroga, rispetto alla glacialità della scultura, è un disegno, vagamente preparatorio, che compare nel "trionfale" video di presentazione dell'opera: c'è nel disegno la
rappresentazione di un abbraccio tra due donne: dove si è perso ? Quindi l'artista "sapeva" ? Era, dunque, "preparazione" di cosa ?
Se consideriamo, infine, che la scultura si trova presso uno degli accessi privilegiati al Santuario mariano, ci si sarebbe aspettati che fosse anticipazione "all'incontro" che attende i pellegrini nel Santuario stesso, e in delicata armonia con la storia, la devozione, l’arte e il “clima” di Loreto.
Un momento di benvenuto, di raccoglimento, la percezione di un’atmosfera e di un sentimento profondo, di un luogo speciale, un caldo viatico.
Dov'è tutto questo?
Luciano Galassi
(18 ottobre 2015)
E, "dulcis in fundo", ecco persino il "catalogo" !
Alle operazioni di fonderia sono dedicate ben 23 pagine, mentre alla fase di studio e "modellatura" solo 3... Strano, no ?
Quando la verità è "nuda" e "invisibile"...
(il titolo è mio - L.G.)
Riporto qui uno stralcio della interessante riflessione del Dott. Domenico Consoli, che tocca un aspetto pregnante, in merito alla presunta "sacralità" del gruppo scultoreo "La visitazione".
I pellegrini che, in visita alla Santa Casa, una volta tenevano a “certificare” il loro viaggio ricorrendo ai tatuaggi ( nei quali i frati in servizio presso il Santuario un tempo furono tanto esperti) oggi quasi “ biglietto di ingresso” sostitutivo del superato tatuaggio usano raccogliersi in breve preghiera davanti le Opere scolpite dei Papi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Dopo qualche attimo di riflessione i pellegrini depongono fiori e segnandosi con la Croce donano, inserendole nelle mani dei Santi Pontefici, corone di Rosario.
Davanti le sculture di tre donne recentemente poste difronte la statua di San Giovanni XXIII nessuno dei pellegrini, giustamente, si segna con la Croce.
Avvertono tutti che si tratta di immagini profane. Con encomiabile sforzo di immaginazione i “più colti” identificano le tre donne con le 3 Grazie ( Botticelli e Canova…perdonateli); i “meno colti” con tre pellegrine di cui una halloweenamente incappucciata; altri ancora “i buontemponi” con varie e colorite immagini delle quali, per rispetto di chi legge, riporto la meno offensiva: le tre Marie.
No. Il mistero della trinità non si è ripetuto nelle tre Marie. Forse è l’approssimarsi del periodo del panettone che suggerisce questa immagine natalizia.
Certo è che la pietà popolare, la fede degli ignoranti e dei bambini, interpretano
Intelligentemente ed esattamente le… evidenze.
Pellegrini a Loreto pregate davanti alle statue dei santi Pontefici e date alle “tre marie” la stessa importanza che vien data al soldato romano che ormai senza spada è di servizio... là vicino.
Dr. Domenico Consoli
ottobre 2015
Dunque, non ci resta che ridere...
o, in alternativa, ‘o pernacchio…
Riporto un articolo di Angelo Crespi, pubblicato su "Il giornale" del 17.10.15 e disponibile anche in internet,
all'indirizzo http://www.ilgiornaleoff.it/
Alcuni spunti per il "maestro", acciocché mediti...