( Un racconto in tempi di Coronavirus )

 

LA BELVA

 

Un mostro emerge dal buio, una belva feroce, scura, misteriosa e minaccia di aggredirci.

Suscita una enorme paura, vuole spazio vitale, ringhia, mostra i denti. È agitata, dondola, e sembra pronta ad aggredire, mentre noi siamo completamente indifesi, siamo alla sua mercé.

È imprevedibile, può colpirci ad ogni istante. È qualcosa di inedito, che ci fa tremare e che non sappiamo come placare, che può travolgerci. Può saltarci alla gola da un momento all'altro. Sembra quasi che si sia impossessata di noi, non ci perde d'occhio un solo istante e ci trascina nel terrore.

Iniziamo a dondolare anche noi, siamo pronti anche noi ad aggredire, scorgendo anche in noi qualcosa di inedito e che inizia, pian piano, a farci meno paura.

Ci stiamo forse trasformando, forse stiamo recuperando un volto dimenticato, antico, abbandonato.

Forse la belva è in noi, da qualche parte, trascurata, ma straordinariamente vitale. Forse affascinante e irriducibile.

L'avevamo chiusa in una gabbia, per paura. Un'energia potentissima e inedita, scatenata.

Ma è la nostra energia, quella che è stata addomesticata, di cui ci eravamo completamente dimenticati.

Ora è pronta a tornare, a travolgerci, a portarci vita e potere.

È il fratello da cui ci siamo separati tanto tempo fa per paura, quello che avevamo considerato un mostro e che ora siamo costretti a guardare in faccia. Non possiamo più far finta di niente, è chiaro.

Dobbiamo ritrovarne l'odore, la forma, la sostanza.

E non dobbiamo più difendercene, non possiamo più imprigionarlo.

Ora è palese, dobbiamo essere "contagiati", abbandonare la maschera asfissiante che ci siamo messi addosso, quella falsa e civile, quella che controlla tutto, che uccide tutto, che ci ruba tutto.

Il "mostro" è forse la nostra sola salvezza, la nostra ultima possibilità.

Deve nascere qualcosa di nuovo, deve uscire dal buio, dalla caverna, deve tornare alla vista.

Il vecchio deve morire, cedere il posto a questa forza travolgente, inarrestabile, pura energia animale, pura istintività che ci assale, nuda.

La paura è tutta dentro di noi, perché stanno tremando le mura della nostra casa.

Dobbiamo saltare nel fuoco, non c'è rimedio, dobbiamo deciderci al balzo, buttarci.

Dobbiamo nascere di nuovo, diventare completi, totali, non rifiutare più niente, accettare l'estremo, e trovare finalmente pace.

La belva ci ha scovato, conosce le nostre tracce, ci è vicina, e non ci mollerà.

Un tempo viveva con noi, respirava con noi, avevamo lo stesso sangue, lo stesso cuore.

È tempo di mollare ogni difesa, lasciar scorrere l'energia, cavalcarla, accoglierla, farci travolgere dall'onda.

La belva è qui. Dobbiamo guardarla negli occhi, deciderci senza esitare.

E sperare che non se ne vada più.

È venuta a riportarci alla nostra vera casa. È tempo di andare, è la nostra grande e forse ultima possibilità.

Non c'è scelta. Non è più tempo delle buone, finte maniere e non c'è posto dove nascondersi.

La belva ci ha trovato e ci vuole. È un evento epocale e globale, una benedizione.

Chi lo accoglie verrà trasformato, chi resiste sarà spazzato via!

Basta tremare...

 

Luciano Galassi

(5 aprile 2020)