SONO TORNATE LE RONDINI...


 

Erano in tre, su un filo, qualche giorno dopo l'ingresso della primavera…

Erano tornate! Chissà quanti chilometri di volo avevano affrontato...

Provo un caldo senso di piacere nel rivederle.

Alcune volano sopra un campo di grano...

Ci sono delle sensazioni precise che le rondini mi rimandano.

Sono poche decine di grammi, ma nel loro volo percepisco un autentico senso di libertà.

E quanta gioia nel loro garrire e nello sfrecciare, nel gettarsi a capofitto nel cielo!

Libere e felici, direi.

Ma stavolta c'è in me un elemento di novità, una considerazione sicuramente discutibile, eppure densa di fascino.

Libertà e gioia.

Le rondini giungono a ricordarcele, ce le mostrano per diversi mesi... poi se ne vanno, scompaiono dal nostro orizzonte, magari con i nuovi nati.

Chissà che la libertà e la gioia non abbiano necessità di occultarsi, a tratti, anche dentro di noi?

Chissà che non necessitino di rinnovarsi, di rinfrescarsi, di contattare spazi interiori "lontani" e sconosciuti?

E se fosse quello il "codice" della loro presenza in noi?

Forse hanno necessità di "nascondersi" dentro di noi, di contattare sorgenti interiori misteriose e inaccessibili al nostro potere.

Chissà che, se così non fosse, non rischieremmo di fare dei danni?!...

Mi colpisce anche il fatto che le rondini sappiano ritrovare il nido, senza sbagliare, come se quel nido, quel luogo, fossero un tutt'uno con la loro esistenza.

Come dire che le emozioni "tornano a noi", sanno ritrovarci, non ci dimenticano, che sono pronte a regalarci la loro energia, i loro orizzonti.

Tornano fresche, rinnovate, spontanee.

Hanno la misura e la forma adatta a noi.

Ci regalano il loro respiro, l'impronta di luoghi sconosciuti e vitali, a cui attingono a piene mani.

Accogliere i cicli… Attendere…

 

Luciano Galassi

(23 marzo 2015)


Qualche anno fa scrissi …


 

Era ferma su un filo, semplice, leggera, elegante.

Un pensiero mi ha attraversato :  questa creatura vivente, è tutta qui !

Tenera e commovente ...

E' forse arrivata (o magari tornata) da poco, dopo un lungo percorso migratorio di migliaia di chilometri, dall'Africa centrale, e ha portato solamente se stessa.

Ciò che lei è, basta pienamente alla sua esistenza.

E poi terra e paglia per il nido, un po' d'acqua e cibo.

Ci penserà il mondo ...

E' una libera creatura del cielo e della terra.

 

Di quante cose invece noi sentiamo di doverci attrezzare e circondare per vivere !

Una montagna di cose, che ci appaiono tutte indispensabili, necessarie.

 

Lei era lì, nella sua "nudità" ed essenzialità, nella sua piena libertà, in perfetta sintonia, "dentro" e "fuori".

E non ha lasciato nulla dietro le sue spalle: ha tutto, sempre e comunque, con sé.  Tutto ciò che gli serve per la sua autentica esistenza.

Naturalmente noi pensiamo di essere più importanti e migliori della rondinella: abbiamo inventato persino la bomba atomica !

Non è un segno di superiorità, rispetto alla "bruta" animalità ?!

La rondine segue un'unica "legge", un'unica "voce":  la sua interiorità, in "perfetta" armonia con il mondo.

Non ci sono conflitti, contraddizioni, non ci sono "ideali" da perseguire, ma un solo "obiettivo" spontaneo:  solo vivere, solo essere.

 

E non ha paura la rondinella di vivere "nell'anonimato":  non sa neppure cosa significhi e non pensa che la sua vita non abbia valore se non ha "successo".

A noi, "semplicemente" vivere, sembra, invece, troppo poco.

Noi vogliamo (anzi, pretendiamo) "di più".

Così siamo perennemente scontenti ...

Ci sembra che il momento non basti mai a sé stesso.

 

 


E se fossero tuffi vertiginosi di gioia, il volo delle rondini, senza laurea navigatrici del cielo ?

Sapienti senza bussola, prive di incertezze.

Non diresti che è un miracolo ritrovare il vecchio nido, lasciato a migliaia di chilometri e dopo mesi di lontananza ?

Sorella rondinella, frizzante  giullare, cosa sarebbe il cielo senza i tuoi trilli felici ?

Sei lo slancio della terra ad abbracciare il cielo.

 

                      Cieli senza confini

                      del camminar dell'uomo ...


                                                                  Luciano Galassi